riabilitazione

  • Incontinenza urinaria: un sintomo di una disfunzione del perineo o della vescica.

     

    incontinenza

    Nelle ultime linee guida dell'International Continence Society l'incontinenza urinaria viene definita come  "sensazione soggettiva di perdita di urina". Questa definizione è stata distillata da centinaia di incontri di esperti e decine di classificazioni più complicate poi semplificate.

    Sebbene però la sua definzione sia semplice ed unica, nella pratica clinica vengono distinti tre principali tipologie di incontinenza:

    Incontinenza urinaria da sforzo (o "da stress"): é dovuta generalmente ad una disfunzione a carico degli sfinteri e pel perineo. In questo caso il pavimento pelvico non è in grado di resistere agli aumenti di pressione addominale che alcune attività comportano, con conseguente perdita di urina. Sono i tipici casi in cui si hanno delle perdite durante i colpi di tosse, gli starnuti, i movimenti improvvisi, i movimenti ritmici di una certa intensità come correre o saltare e molte altre condizioni in cui si verifica uno sforzo. Nella donna è un tipo di incontinenza molto comune, circa due donne su tre ne soffrono o ne hanno sofferto nell'arco della loro vita. Nell'uomo è più rara ma aumenta drasticamente in chi ha subito un intervento di chirurgia di prostata.

    Incontinenza urinaria da urgenza: è duvuta principalmente ad una disfunzione a carico della vescica e dello sfintere uretrale interno. La disfunzione può avere sia cause neurologiche (come lesioni del sistema nervoso centrale e periferico o malattie degenerative dello stesso) che cause anatomiche e tissutali (come la riduzione di elasticità dovuta alla meanopausa od al semplice passare degli anni). In questo caso si avverte un forte ed improvviso stimolo alla minzione, oppure si neccessita di urinare più frequetemente. Tipico è il caso di chi deve correre in bagno una volta infilata la chiave nella toppa del portone di casa. Questo tipo di incontinenza è presente sia nelle donne che negli uomini, anche se in questi ultimi i sintomi potrebbero essere imputati all'ipertrofia prostatica e non ad un problema della vescica.

    L'incontinenza urinaria mista racchiude sia i sintomi di quella da sforzo che di quella da urgenza. Saranno dunque presenti sia l'urgenza minzionale che le le perdite durante gli sforzi.

     

  • La prostata: principale causa dell'incontinenza sia prima che dopo la chirurgia

     

    incontinenzadouomoLe cause di incontinenza urinaria nell'uomo sono sostanzialmente diverse rispetto a quelle della donna; sebbene intervengano fattori come il peso eccessivo, il fumo e l'alcool la causa di incontinenza principale rimane la prostata, con i problemi e/o la chirugia ad essa connessa.

     

    Tra i vari problemi che possono interessare la prostata i principali sono la postatite (o infiammazione alla prostata) l'ipertrofia prostatica benigna ed i tumori di vari tipi. Negli ultimi due casi generalmente l'aumento di volume della prostata porta a ridurre il lume dell'uretra e quindi ad aumentare la sua pressione di chiusura, fornendo una maggior resistenza all'urina in uscita dalla vescica.

     

    E' proprio l'aumento di pressione di chiusura dell'uretra a generare l'urgenza minzionale e l'incontinenza prima di un intervento chirurgico.

    L'eccessiva pressione di chiusura dell'uretra,  infatti,  impedisce alla vescica di svuotarsi completamente. In questo caso la vescica risulterà sempre semipiena; dunque necessiterà di meno tempo per raggiungere in grado di riempimento massimo e sarà necessario andare al bagno più frequestemente.

    Nei casi più estremi basta un lieve aumento di pressione addominale aommato alla pressione vescicale già troppo elevata per vincere le resitenze dell'uretra ed avere delle piccole perdite di urina.

    Un controllo farmacologico dell'ipertrofia prostatica benigna è in alcuni casi possibile, con benefici anche sulla continenza e l'urgenza minzionale.

     

    La maggior parte degli interventi di chirurgia alla prostatahanno invece come risultato un brusco abbassamento della pressione di chiusura dell'uretra.

    In questo caso le perdite di urina si verificano per l'incapacità dell'uretra di resistere anche alle minime pressioni all'interno dell'addome e dunque della vescica. Tipiche sono le perdite di urina durante gli sforzi: alzarsi o sedersi, sollevare un peso, spingere un oggetto ecc...

    Lo sfintere esterno, cioè il muscolo volontario a valle della prostata deputato alla continenza, non essendo stato utilizzato per anni (c'era già la prostata che chiudeva l'uretra), risulta spesso poco attivo ed impiega mesi per rinforzarsi. In questo caso è utile una fisioterapia pelvica che aiuti ad attivarlo e rinforzarlo il prima possibile.

    La vescica, inoltre, non si abitaa immediatamente alla nuova condizione di libertà dell'uretra, ed impiega anche mesi per tornare a lavorare in maniera adeguata. Questo è il secondo motivo per cui i miglioramneti della continenza dopo l'operazione possono avvenire anche ad un anno di distanza dall'intervento.


    Il tumore alla prostata, anche se grave , non è però sempre associato all'incontinenza; è dunque opportuno dopo i 50 anni effettuare controlli dall'urologo di fiducia.

    Non tutti gli interventi chirurgici, inoltre, portano ad incontinenza, ma solo il 5% di essi. Un adeguata riabilitazione pre intervento, mirata a rinforzare i muscoli del perineo, può ridurre sensibilmente il rischio di incontinenza nel periodo post operatorio.

  • Prolasso vaginale e discesa degli organi pelvici

     

    prolasso

     Per prolasso vaginale si intende la discesa di uno o più organi pelvici attraverso il meato vaginale, causata da disfunzioni del perineo. Questo problema di salute femminile può essere definito anche come "prolasso urogenitale" o in manera più tecnica come "prolasso degli organi pelvici",  ed assumerà una terminologia diversa dall'organo che tende a discendere: 

    • Cistocele  se a prolassare è la vescica
    • Isterocele se è l'utero
    • Colpocele se a prolassare attraverso la vagina è la vagina stessa
    • Rettocele anteriore se a prolassare è il retto
    • Enterocele se sono le anse intestinali, generalemente passando attraverso il setto retto-vaginale

     

    La gravità del prolasso varia a seconda di quanto discendano gli organi interessati. Solitamente i clinici utlizzano una scala in 5 gradi che utilizza l'imene come punto di riferimento:

    • grado 0   l'organo è nella sua posizione ottimale
    • grado 1   l'organo è a metà strada tra la sua posizione ottimale e l'iene
    • grado 2   l'organo raggiunge internamente l'imene
    • grado 3   l'organo fuoriesce dal piano imenale
    • grado 4   l'organo è nella sua massima posizione di discesa possibile

     

    I sintomi del prolasso possono essere presenti anche nei primi gradi e comprendono:

    • Sensazione di pesantezza vaginale.
    • Sensazione di ingombro vaginale.
    • Dolore perineale.
    • Dolore sovrapubico.
    • Dispareunia, cioè dolore durante i rapporti sessuali.
    • Minzione ostruita, nei casi più gravi.  Al contrario di quanto si pensi, infatti, il cistocele in alcuni casi può mascherare un' incontinenza urinaria per l'effetto di chiusura che ha sull'uretra. In questi casi la discesa della vescica tende a chiudere e piegare l'uretra, con conseguente minzione ostruita e possibile ristagno in vescica.

     
  • Il perineo come fonte di benessere

     

    Riabilitazione pelvica nelle donneGli esercizi per rinforzare il perineo (o pavimento pelvico) nascono negli anni venti grazie agli studi di una ballerina e fisioterapista, Margaret Morris, che li descrive per la prima volta al mondo occidentale allo scopo di migliorare il benessere della donna. Dopo di lei Arnold Kegel , ginecologo statunitense, li porta all'attenzione del mondo scientifico come trattamento per la donna in gravidanza.

    Nasce così la riabilitazione pelvi perineale, branca della fisioterapia che si occupa della salute del perineo, la struttura muscolare che costituisce il pavimento del bacino e la cui integrità previene il prolasso pelvico e l'incontinenza urinaria e fecale.

    Dopo Kegel la riabilitazione pelvi perineale ha smesso di occuparsi solo della donna in gravidanza e si è ulteriormente specializzata sviluppando metodiche che possono aiutare a migliorare molte altri problemi di salute perineali. Attualmente, infatti, tecniche come la coordinazione pressoria dei muscoli addominali e la fisioterapia sono ampiamente utilizzate dalla maggior parte dei riabilitatori in ambito perineale insieme ai classici esercizi di Kegel.

    La medicina ufficiale riconosce il ruolo fondamentale della fisioterapia nel trattamento dell'incontinenza urinaria e di gran parte delle altre disfunzioni perineali.

     

    Ecco un breve elenco delle attuali indicazioni della riabilitazione pelvi perineale

    • Incontinenza successiva alla gravidanza ( si può definire così solo 3 mesi dopo il travaglio, infatti nella maggior parte dei casi le perdite di urina regrediscono autonomamente nei primi 3 mesi).
    • Dolore muscolo scheletrico in gravidanza.
    • Incontinenza urinaria.
    • Incontinenza fecale.
    • Prolasso vaginale.
    • Disturbi del sesso (dolore durante i rapporti, riduzione del piacere).
    • Stipsi (stitichezza).
    • Dolore pelvico cronico.
  • Il benessere del perineo per la salute psicofisica

     

    Riabilitazione CPPSLa Riabilitazione Pelvi Perineale è quella branca della fisioterapia che si occupa del benessere del perineo, cioè quella struttura muscolare che costituisce il pavimento del bacino e che garantisce il corretto funzionamento degli sfinteri e  lo svolgimento delle funzioni sessuali.

    Dopo un primo periodo (inizio ‘900) in cui veniva utilizzata esclusivamente nelle donne, la riabilitazione pelvi perineale ha rapidamente preso campo nel trattamento maschile, soprattutto in chi lamentava incontinenza urinaria dopo la chirurgia prostatica.

    La base della Riabilitazione Pelvi Perineale consiste in un rinforzo dei muscoli del pavimento pelvico con degli esercizi specifici, i famosi "esercizi di kegel". Negli ultimi anni ha però smesso di occuparsi esclusivamente dell’incontinenza ed ha codificato tecniche utili a trattare molti altri problemi di salute del perineo maschile.

     

    Ecco un breve elenco delle attuali indicazioni della riabilitazione pelvi perineale:

    • Incontinenza successiva ad interventi chirurgici sulla prostata.
    • Incontinenza fecale.
    • Disturbi del sesso (dolore durante o dopo i rapporti, ejaculazione precoce).
    • Stipsi (stitichezza).
    • Dolore pelvico cronico.
  • La vescica iperattiva: non solo urgenza minzionale

     

    La Vescica iperattiva è una disfunzione del basso tratto urinario: in inglese conosciuta come "Over Activ Bladder" (OAB).

    vescican

     

    L'origine di questo problema clinico va generalmente ricercata nel detrusore e nella sua innervazione.

    Il detrusore è il muscolo che circonda la vescica e che funge da "pompa idraulica" per spremere fuori l'urina attraverso l'uretra. In una OAB il detrusore è troppo attivo,  od ha una capacità ridotta.

    L'OAB affligge milioni di persone nel mondo; è stato infatti stimato che il 6% della popolazione adulta in Europa e negli Stati Uniti ne soffra, ed i casi aumentano con l'avanzare dell'età.

    L'OAB ha un impatto significativo sulla qualità della vita, sul sonno, sull'attività sessuale, sulla salute mentale, sulla produttività lavorativa e sui costi della salute.

     

    I sintomi dell' OAB sono:

    • Urgenza minzionale
    • Aumento della frequenza minzionale
    • Nocturia (cioè necessità di urinare spesso durante la notte)

    Questi sintomi possono essere o meno associati ad incontinenza urinaria, cioè a perdita involontaria di urina.

     

    L'origine dell'OAB può essere sconosciuta, cioè "ideopatica", o compredere le seguenti cause:

    • Effetti collaterali di alcuni tipi di farmaci o di sostanze, come la caffeina.
    • Malattie neurologiche (ictus, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, lesioni midollari).
    • Danno all'innervazione vescicale causato da traumi o interventi chirurgici.
    • Infezioni alle vie urinarie: in questo caso non si può parlare propriamente di vescica iperattiva, perchè nella maggior parte dei casi è sufficiente un trattamento antibiotico per risolvere i sintomi.

     

    Il trattamento della OAB è generalmente conservativo e comprende:

    • Rieducazione vesciale: i consigli più semplici sono quelli di tentare di temporizzare le minzioni ogni 2 o 3 ore e di bere nella prima parte della giornata, fino alle 17:00, riducendo molto l'apporto di liquidi successivamente.
    • Rinforzo dei muscoli del perineo, i famosi esercizi di Kegel.
    • Famaraci antimuscarinici od anticolinergici, anche se è stato osservato che solo il 18% dei pazienti li continua ad utilizzare per più di sei mesi a causa dei loro effetti collaterali.
    • Neuromodulazione dei riflessi vescicali; cioè il "riequilibrio" dell'attività neurologica della vescica tramite degli impulsi elettrici. La neuromodulazione può essere sia invasiva, con un pacemaker impiantato sottocute; sia non invasiva, con elettrostimolazione trasvaginale, transanale o vescicale (tramite catere); può essere anche eseguita una stimolazione magnetica o stimolazione percutanea del nervo tibiale (PTNS).

     

  •   I video sulla stipsi cronica, stitichezza e loro riabilitazione                            

     

    La Stipsi Cronica (SC) è una condizione medica precisa che colpisce sia l'uomo che la donna; le linee guida la definiscono come la presenza di tre sintomi:

    • Due tra sei segni di disturdi della defecazione: senzazione di defezione ostruita od incompleta, sforzo defecatorio, feci granulose o dure, manovre manuali per facilitare lo svuotamento o meno di tre evacuazioni alla settimana.
    • Defecazione difficile senza l'utilizzo di lassativi.
    • Non presenza di colon irritabile.

    Se tutti e tre questi sintomi sono presenti per almeno tre mesi, in un periodo di tempo che parte da sei mesi prima della diagnosi, allora è possibile parlare di SC.

    Per le condizioni che non soddisfano questa definizione, che sono assimilabili a "semplice" sitichezza, è comunque opportuno fare una visita medica di controllo. Non esiste, infatti, solo la stipsi cronica; la consitipazione potrebbe essere generata da problemi metabolici, dietetici o addirittura tumorali. 

     

     Le cause della SC e della stitichezza, esclusi i problemi maggiori, sono molteplici: abitudini sbagliate, errori nell'alimentazione o nell'apporto idrico, malfunzionamenti del colon o del complesso retto-sfinterico, perdita dell'integrità anatomica a causa di prolassi o chirurgia.

     La fisioterapia deve essere sempre affiancata ad una valutazione ed in molti casi anche ad un trattamento medico. L'intervento del fisioterapista consiste principalmente nel ridurre i fattori di rischio, rinforzare le abitudini salutari e riportare il funzionamento retto-sfinterico ad una fisiologia ottimale.