La prostata: principale causa dell'incontinenza sia prima che dopo la chirurgia

 

incontinenzadouomoLe cause di incontinenza urinaria nell'uomo sono sostanzialmente diverse rispetto a quelle della donna; sebbene intervengano fattori come il peso eccessivo, il fumo e l'alcool la causa di incontinenza principale rimane la prostata, con i problemi e/o la chirugia ad essa connessa.

 

Tra i vari problemi che possono interessare la prostata i principali sono la postatite (o infiammazione alla prostata) l'ipertrofia prostatica benigna ed i tumori di vari tipi. Negli ultimi due casi generalmente l'aumento di volume della prostata porta a ridurre il lume dell'uretra e quindi ad aumentare la sua pressione di chiusura, fornendo una maggior resistenza all'urina in uscita dalla vescica.

 

E' proprio l'aumento di pressione di chiusura dell'uretra a generare l'urgenza minzionale e l'incontinenza prima di un intervento chirurgico.

L'eccessiva pressione di chiusura dell'uretra,  infatti,  impedisce alla vescica di svuotarsi completamente. In questo caso la vescica risulterà sempre semipiena; dunque necessiterà di meno tempo per raggiungere in grado di riempimento massimo e sarà necessario andare al bagno più frequestemente.

Nei casi più estremi basta un lieve aumento di pressione addominale aommato alla pressione vescicale già troppo elevata per vincere le resitenze dell'uretra ed avere delle piccole perdite di urina.

Un controllo farmacologico dell'ipertrofia prostatica benigna è in alcuni casi possibile, con benefici anche sulla continenza e l'urgenza minzionale.

 

La maggior parte degli interventi di chirurgia alla prostata hanno invece come risultato un brusco abbassamento della pressione di chiusura dell'uretra.

In questo caso le perdite di urina si verificano per l'incapacità dell'uretra di resistere anche alle minime pressioni all'interno dell'addome e dunque della vescica. Tipiche sono le perdite di urina durante gli sforzi: alzarsi o sedersi, sollevare un peso, spingere un oggetto ecc...

Lo sfintere esterno, cioè il muscolo volontario a valle della prostata deputato alla continenza, non essendo stato utilizzato per anni (c'era già la prostata che chiudeva l'uretra), risulta spesso poco attivo ed impiega mesi per rinforzarsi. In questo caso è utile una fisioterapia pelvica che aiuti ad attivarlo e rinforzarlo il prima possibile.

La vescica, inoltre, non si abitaa immediatamente alla nuova condizione di libertà dell'uretra, ed impiega anche mesi per tornare a lavorare in maniera adeguata. Questo è il secondo motivo per cui i miglioramneti della continenza dopo l'operazione possono avvenire anche ad un anno di distanza dall'intervento.


Il tumore alla prostata, anche se grave , non è però sempre associato all'incontinenza; è dunque opportuno dopo i 50 anni effettuare controlli dall'urologo di fiducia.

Non tutti gli interventi chirurgici, inoltre, portano ad incontinenza, ma solo il 5% di essi. Un adeguata riabilitazione pre intervento, mirata a rinforzare i muscoli del perineo, può ridurre sensibilmente il rischio di incontinenza nel periodo post operatorio.

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